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Il volume analizza l'attività urbanistica e architettonica svoltasi a Napoli negli anni successivi al Risanamento e fino all'insediamento dell'Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli, con un'attenzione programmaticamente rivolta non solo agli aspetti qualitativi - quali l'avvicendarsi degli stili, le evoluzioni del linguaggio architettonico, le vicende costruttive e urbanistiche - ma anche a quelli quantitativi degli interventi e ai risvolti sociologici ed economici delle trasformazioni urbane, al fine di favorire una lettura complessiva e trasversale della storia dell'architettura e dell'urbanistica cittadine di quegli anni. All'interno di questo studio di più ampio respiro, si è posto l'accento in particolare sul periodo compreso tra la fine della Prima guerra mondiale e l'insediamento dell'Alto Commissariato, una fase non sufficientemente conosciuta e indagata della storia edilizia e urbanistica della città, per molti versi classificabile come un periodo di passaggio, caratterizzato da interessanti trasformazioni sociali e urbane e, in campo strettamente architettonico, da un complesso intreccio di riferimenti stilistici, in bilico tra tardo eclettismo, ultimi esiti del floreale ed esperienze protorazionaliste. L'aspetto più propriamente quantitativo della ricerca ha trovato il suo approdo principale nell'analisi approfondita delle pratiche edilizie custodite presso l'Archivio del Comune di Napoli relative al periodo 1920-1923, che è divenuto poi base statistica per ragionamenti più approfonditi e via via più raffinati sull'attività edilizia e architettonica e sull'espansione della città in quegli stessi anni.